Diatermocoagulazione

La rimozione di neoformazioni cutanee, a scopo terapeutico o semplicemente estetico, è una delle richieste più comuni nella pratica dermatologica.

La diatermocoagulazione (DTC) è un metodo terapeutico che consiste nel cauterizzare i tessuti mediante l`applicazione di una corrente ad alta frequenza; viene impiegato soprattutto in dermatologia e in ginecologia. Può essere utilizzata l’anestesia locale per asportare determinate lesioni.

 Mediante la DTC è possibile eliminare i seguenti tipi di neoformazioni:

  • Angiomi rubino.
  • Granuloma piogenico.
  • Lago venoso.
  • Angiofibromi.
  • Cheratosi seborroiche.
  • Fibromi penduli.
  • Nevi epidermici.
  • Adenomi sebacei.
  • Verruche virali.
  • Condilomi acuminati ano-genitali.

Quali sono i possibili effetti collaterali?

Eventuali e rare complicanze post-operatorie sono l’ipocromia o l’ipercromia delle aree trattate e la formazione di cicatrici cheloidee.

 

Dermatite seborroica

La dermatite seborroica (DS) è una dermatite eczematosa cronico-recidivante caratterizzata da un’eccessiva produzione di sebo.

Clinicamente si manifesta con chiazze eritematose e squame untuose localizzate nelle aree del corpo ricche di ghiandole sebacee (volto, cuoio capelluto, regione mediana del tronco). Generalmente è poco pruriginosa.

Sono colpiti principalmente gli uomini con un picco d’incidenza tra i 20 e i 40 anni.

Può interessare anche il neonato (dalla 2° – 4° settimana al 3° mese) con localizzazione tipica sul cuoio capelluto (“crosta lattea”) a causa degli ormoni androgeni  di provenienza materna.

EZIOPATOGENESI

Dal punto di vista eziopatogenetico è dovuta a una eccessiva risposta delle ghiandole sebacee agli ormoni androgeni.

Accanto al ruolo favorente del sebo legato più a un accumulo che a un’iperproduzione, sono stati presi in considerazione numerosi fattori determinanti per la comparsa della DS:

-fattori biochimici: alterato metabolismo del sebo dovuto a deficit enzimatico delle denaturasi che trasformano gli acidi grassi saturi in acidi grassi insaturi;

-fattori infettivi: ruolo di batteri e lieviti, in particolare del Pityrosporum ovale (o Malassezia furfur), un lievito lipofilo saprofita della cute, responsabile anche della Pityriasis Versicolor;

-fattori neurologici: riacutizzazione nei momenti di stress o, in alcuni casi, associazione con il Parkinson.

TERAPIA

La terapia può essere topica o sistemica a seconda dell’estensione e la gravità del quadro clinico.

Couperose

Per couperose s’intende la comparsa di un arrossamento cronico localizzato sulle guance e sul naso.

Anche se si tratta di un inestetismo cutaneo, è bene non sottovalutarlo poiché, in alcuni casi,  può evolvere in una dermatosi nota come rosacea.

CLINICA

Sono colpite principalmente le donne, soprattutto oltre i trent’anni, e si sviluppa principalmente su pelli secche e facilmente irritabili.

La couperose è la conseguenza di una vasodilatazione del microcircolo cutaneo; se la vasodilatazione è particolarmente frequente, può indurre nel tempo la comparsa di vasodilatazioni permanenti dei capillari con la formazione di una sottile rete rosso-violacea visibile attraverso l’epidermide.

EZIOPATOGENESI

Alla base dell’insorgenza della couperose vi è la presenza di fragilità dei vasi (costituzionale o acquisita), sulla quale influisce una seria di fattori: emozionali, ormonali, allergici, ambientali, climatici.

La pelle del viso, oltre a essere molto sensibile, è anche la parte più esposta alle aggressioni degli agenti atmosferici: le brusche variazioni di temperatura, le radiazioni solari, il vento e l’umidità rivestono spesso un ruolo fondamentale.

Può esserci inoltre l’associazione di disturbi all’apparato gastroenterico, alterazioni disendocrino-mestruali oppure a una condizione di labilità psicologica ed emotiva.

PREVENZIONE

Alcune precauzioni possono aiutare a prevenire la comparsa o l’evoluzione della couperose:

– adottare uno stile di vita sano e regolato;

– seguire un’alimentazione sana ed equilibrata;

– evitare cibi e bevande che possano peggiorare la situazione come alcolici, caffè, bevande molto calde, etc.;

– integrare la dieta con dotati di attività capillaro-protettrice (vitamina C e vitamina P);

– non utilizzare formulazioni cosmetiche troppo aggressive e irritanti per la pelle;

– proteggere la pelle dagli agenti esterni quali freddo, calore, radiazioni UV etc.

TERAPIA

La couperose, come tutte le lesioni vascolari cutanee, può essere trattata efficacemente con il laser o con luce pulsata ad alta intensità (IPL). Il numero di sedute varia a seconda dell’estensione, delle caratteristiche dei capillari e del fototipo.

Acne

Dermatosi cronica a lenta remissione spontanea che interessa il follicolo pilosebaceo, la cui lesione elementare è il comedone.

Colpisce l’adolescenza ed è lievemente più frequente nei maschi. Il decorso è caratterizzato da periodi di esacerbazione e remissione clinica.

Le sedi elettive sono il viso, il dorso, le spalle e la regione pettorale.

Il comedone è una dilatazione dell’infundibolo del pelo contenente cheratina, lipidi, batteri (specialmente Propionibacterium acnes) e peli.

Si distinguono comedoni aperti con orifizio dilatato di colore scuro (punto nero) e comedoni chiusi con orifizio molto piccolo.

Classicamente, si usa dividere la patologia in forma comedonica, papulo-pustolosa e nodulo-cistica (o conglobata), che corrispondono rispettivamente a un grado lieve, moderato e grave; in realtà c’è un notevole polimorfismo clinico ed evolutivo con coesistenza di comedoni, papule, pustole, noduli, ascessi e cicatrici.

EZIOPATOGENESI

La cheratinizzazione della parte inferiore dell’infundibolo indotta dagli ormoni androgeni causa l’ostruzione dell’infundibolo e quindi il comedone. All’interno del comedone, la quota lipidica, costituita prevalentemente da triglicerici, viene idrolizzata da P. Acnes con conseguente liberazione di acidi grassi. Questi filtrano nel derma richiamando neutrofili che danno luogo alla pustola. L’immunità è fondamentale nel decidere la gravità dell’infiammazione. Nella donna, l’aumento esogeno o endogeno (ovaio policistico) degli androgeni circolanti, è fattore aggravante.

TERAPIA

La terapia medica può essere locale o sistemica a seconda dello stadio clinico-evolutivo.

Fonte: Manuale di Dermatologia Medica e Chirurgica. Cap.21.

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